Come una di quelle storie antiche in cui cavaliere e dama viaggiano insieme e insieme vengono messi alla prova, così leggo il cammino che ha portato fino alla creazione del Museo dell’Ottocento di Pescara: marito e moglie uniti lungo una fabula fatta di “anni di incontri-scontri con la sovrintendenza locale, tali da ostacolare il progetto”.
E “proprio come nelle migliori favole, però, l’amore ha infine vinto su tutto: l’amore per l’arte, naturalmente, che traspare in ogni singolo angolo di questo museo”.
Ma direi che da ogni singolo angolo del museo appare ben visibile anche un altro amore, precedente qualsiasi altro e fondante qualsiasi altra costruzione: quello tra quell’ uomo e quella donna. Quello che ha indirizzato il loro cammino nonostante tutto, che li ha spinti avanti anche se a tentoni. La testimonianza della verità.
P. S.
Pare che Pescara sappia offrire diverse storie fuori dal tempo